Il mio impegno per AVIS: la parola al nuovo Presidente nazionale

 

Intervista al nuovo Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola.

Che significato ha per te l’elezione a Presidente?

Ovviamente c’è una grande soddisfazione per il risultato e per un percorso che mi ha visto dapprima impegnato in Associazione come donatore da quando avevo 18 anni, poi presidente della mia comunale di Orzinuovi e per 20 anni della mia provinciale di Brescia, una delle realtà numericamente più significative d’Italia per donatori e donazioni.

La seconda impressione è un senso di forte responsabilità, sia per l’importanza che riveste questa carica sia per la consapevolezza della complessità di questa Associazione, che con le sue 3.300 sedi e i suoi 1.300.000 donatori deve ogni giorno far fronte all’autosufficienza. Perché si tratta di un tema che deve essere affrontato quotidianamente e che non si può mai rinviare.

L’elezione avviene inoltre dopo un anno complicato e di confronto, anche acceso, all’interno dell’Associazione, in seguito ai noti eventi della trasmissione ‘Le iene’. Quell’episodio ci ha messo davanti ai problemi del territorio e che non riguardano solo la Campania. Tutto ciò ha comportato una maggiore responsabilità e un maggior impegno, che dovrà essere sempre portato avanti alla ricerca dell’unitarietà dell’Associazione. Un’unitarietà che passa per una consapevolezza del nostro ruolo e una capacità di mission e vision che si basi su un diverso modo di operare tra di noi.

Brescia ha anche una grande tradizione di dirigenti associativi nazionali, come Mario Zorzi e Gianfranco Callegari. Che valore hanno avuto queste persone?

Sono state assolutamente fondamentali nella mia vita e il primo atto che ho compiuto dopo l’elezione è stato quello di telefonare a Mario Zorzi.   È un’elezione che rappresenta una sorta di continuità con quelli che io considero due padri e due maestri.

Mi hanno insegnato l’amore per l’associazione e per i donatori, che sono la parte forte di AVIS nella loro semplicità, umanità e senso di generosità. A questa loro visione, si è sempre affiancata anche una grande professionalità sui problemi e una capacità di analisi e programmazione.

Che impegni ti senti di prendere per i primi 100 giorni?

La prima cosa è la ricostruzione dell’unitarietà associativa, che non vuol dire necessariamente andare tutti d’accordo, ma capire insieme quali sono i problemi in gioco. 

La seconda cosa, che è sì un obbligo di legge ma è anche un’occasione per ripensare l’Associazione, è la riscrittura dello Statuto ai sensi della riforma del terzo settore.

Il terzo tema è il mantenimento dell’autosufficienza, soprattutto in fatto di raccolta di plasma, per garantire sempre ai nostri malati terapie salvavita indispensabili.

Altro tema forte è la carenza estiva, legata anche a situazioni come il West Nile Virus, dove c’è bisogno che le Regioni mettano gratuitamente a disposizione i test Nat per i donatori.

Anche questa notizia è contenuta nel numero di “AVIS SOS” di questa settimana disponibile a questo link. Buona lettura!